Il Presidente Lorenzo Pizza replica all’Assessore allo Sport di Pesaro, Mila Della Dora

In merito alla questione Pala Nino Pizza e al botta e risposta con l’amministrazione comunale di Pesaro, dal Presidente Loreno Pizza riceviamo e pubblichiamo questa controreplica:

“Letta la nota dell’Assessore allo Sport Mila Dalla Dora, emerge con chiarezza come la stessa confermi sostanzialmente quanto da noi sostenuto.

Quando si afferma che per il Comune, in quanto Città Europea dello Sport, tutti le società e le associazioni sportive sono, e devono, essere uguali, si palesa la solita frase in “politichese accontenta tutti” che non ha alcun senso, anche perché non può rispondere alla realtà, ed è pure giusto e. sacrosanto che non risponda alla realtà.

Il principio di uguaglianza si applica e si deve rispettare nei confronti di soggetti che siano tutti uguali, al contrario, di fronte a soggetti diversi è necessario applicare il principio, non di uguaglianza, bensì di equità.

Non vogliamo credere, e nemmeno crediamo sia equo fare diversamente, che per esempio una società come la Vuelle sia trattata dal Comune alla stregua di tutte le altre società e associazioni sportive della città, senza che le siano, al contrario, riconosciute alcune priorità, lo stesso dicasi probabilmente per la Vis Pesaro o sia avvenuto per la squadra di Volley femminile ai tempi degli scudetti.

E’ evidente, infatti, che non possono essere considerate alla stregua di altre società amatoriali e/o dilettantistiche, società sportive che investono ingenti risorse sul territorio, non solo per affrontare le rispettive competizioni, ma anche e soprattutto a vantaggio di tutto il rispettivo movimento, nonchè a favore dello sport cittadino in generale,

Non è forse anche grazie a queste società che il Comune di Pesaro oggi si può fregiare del citato titolo di Città Europea dello Sport? 

E’ indiscutibile che da tali investimenti traggano beneficio tutte le altre società e associazioni del territorio, compresa la stessa città di Pesaro, che, grazie a quel titolo, oggi è in grado di attrarre risorse dalla Regione o dallo stato centrale.

È normale, pertanto, che in situazioni di questo tipo non tutti siano uguali, e che ad alcune società possano essere riconosciute determinate priorità (per esempio nella gestione degli impianti sportivi) rispetto ad altri, di certo non per privilegio ma semplicemente per garantire il regolare svolgimento delle rispettive attività agonistiche.

Per questo sostenere che tutti devono essere uguali, indipendentemente, non di certo dai titoli presenti in bacheca bensì dalle risorse che vengono investite sul territorio, è semplicemente una affermazione, oggi si dice “strappa like”, senza alcuna consistenza politica (termine inteso nel vero senso del suo significato – ovvero di buona amministrazione della polis).

Per il resto, la scelta del Comune di investire sui padiglioni della Fiera, per riservarli allo sport cittadino, riguarda una scelta che non ha coinvolto e non coinvolge in alcun modo la società Italservice, se non per il solo fatto che oggi questa usufruisce in locazione di una parte di questi spazi.

Sul punto, è doveroso evidenziare che la nostra società ha investito ingenti somme per sistemare il capannone, e renderlo quantomeno idoneo a svolgerci competizioni di caratura internazionale, investimenti (esempio la sistemazione degli spogliatoi, realizzazione di circa 1000 mq di resina, installazione dei seggiolini, allestimento del campo e dei divanetti di arredamento, cura costante del giardino esterno e manutenzione continua) di cui godono ora tutti i fruitori dell’impianto e per i quali da mesi siamo in attesa che il Comune ci comunichi come intenda rimborsarceli.

Li dobbiamo compensare con i canoni? ci accreditano i relativi costi?

Come detto, attendiamo da tempo istruzioni.

Più delicata invece la questione affrontata dall’Assessore e relativa all’intitolazione del padiglione al compianto Nino Pizza, questo perché l’Assessore lascia velatamente intendere che la società Italservice sia inadempiente al pagamento di tale sponsorizzazione, se così possiamo chiamarla.

L’affermazione è delicata perché siamo ai limiti della diffamazione, atteso che il sottoscritto gestisce diverse aziende, non avanza un euro da nessuno, e farlo passare come “cattivo pagatore”, soprattutto da parte di un’importante carica amministrativa della città, lede fortemente alla propria immagine, considerando altresì che l’intitolazione non riguarda nemmeno una questione commerciale bensì esclusivamente familiare, visto che è stata fatta alla memoria dell’amato padre.

Ora siamo perfettamente consapevoli che detta intitolazione non sia stata una gentile concessione da parte del Comune, che debba essere remunerata, ma se non è stato ancora fatto, questo è semplicemente imputabile al Comune che a tutt’oggi non ci ha ancora comunicato in che maniera intenda sia remunerata.

Non ci hanno mai proposto una bozza di convenzione, una ipotesi di sponsorizzazione, nulla di nulla.

Quindi sostenere che Lorenzo Pizza in questo sia inadempiente, oltre ad essere assolutamente falso, perché uno per essere tale deve conoscere i termini della propria obbligazione, è gravissimo perché lede il suo onore e la memoria del compianto padre.

Per questo valuteremo con i legali il da farsi, ma certo è che, se l’intitolazione a Nino Pizza ci deve essere “rinfacciata” alla prima occasione, per quel che ci riguarda, il capannone può tornare a chiamarsi “Padiglione D” anche da domani!

Detto questo, per le ragioni testé esposte, la società Italservice ribadisce il proprio pensiero in precedenza espresso, pretendendo rispetto da parte del Comune di Pesaro, e non perché intende essere privilegiata rispetto ad altri, ma perché, secondo un sacrosanto principi di equità, crede giusto che siano tenute in debita considerazione le ingenti risorse che investe sul territorio e  sia pertanto semplicemente messa in condizione di programmare la propria stagione agonistica e di rispettare gli importanti impegni di cui deve farsi carico per prendere parte alle competizioni nazionali e internazionali a cui è chiamata a partecipare.

Tutto qui.

Non ci sembra di chiedere la luna”.

Lorenzo Pizza